MANUTENZIONE ORDINARIA MTB
Catena. E‘ la parte che trasmette il moto, fondamentale e destinata comunque ad usurarsi. C‘è chi ne prescrive la sostituzione ogni anno o due anni. Di fatto va avanti per secoli. L‘operazione fondamentale è una corretta lubrificazione. Prima però, è bene pulirla. Per fare ciò si può usare gasolio, meno secco e volatile della benzina. Lo si applica con un pennello, per farlo ben penetrare, si attende un po‘ e si ripulisce con uno straccio. Potete tenerlo fermo attorno alla catena, esercitando una leggera pressione mente fate girare i pedali all‘indietro. Quando la catena è pulita e ben sgrassata si può passare alla lubrificazione. Niente grasso che, essendo solido, ha difficoltà a penetrare e soprattutto attira sporcizia e terra. Usate quindi olio. Esistono prodotti super-sofisticati: alcuni, per esempio, creano un vero e proprio velo protettivo che rimane e lungo e può quindi dare notevoli benefici. Suggerisco di oliare la catena solo quando è ben pulita, facendo girare i pedali mentre si spruzza o si fanno cadere delle gocce di lubrificante. Finita la lubrificazione è bene insistere nella rotazione, magari facendo un breve giro, per permettere all‘olio di penetrare bene fino ai perni delle maglie. A questo punto bisogna togliere tutto l‘olio visibile, fatto che spesso scandalizza i neofiti. In realtà la lubrificazione non serve alla parti in vista (anzi, lì l‘olio attira la polvere in pochi istanti!) ma alle parti non in vista, quelle cioè soggette a moto relativo e quindi l‘intercapedine tra le maglie e i perni. Insomma: una catena bene lubrificata non deve luccicare per l‘olio!
Nel caso di rottura, la catena può essere riparata in pochissimo tempo. Basta avere un apricatena, strumento facile da trovare che è bene scegliere di buona qualità perché deve effettuare uno sforzo notevole e molto preciso. Con l‘apricatena si sfila un perno di una maglia, ma SENZA toglierlo del tutto, quanto basta per sfilare la maglia. In generale è necessario eliminare almeno una maglia, quella di rottura, ma spesso è bene togliere anche quella di fianco e comunque quelle piegate e rovinate. Sempre con l‘apricatena si infila nuovamente il perno con molta cura richiudendo la catena. Suggerisco di non sfilarla dal cambio per mantenerla in posizione e non perdere tempo. La catena ovviamente si accorcia in questo modo, ma ciò non costituisce problema; anche se togliete 3 o 4 maglie ce n‘è in abbondanza: nel peggiore dei casi non vi sarà possibile utilizzare il rapporto corona grande pignone grande, rapporto però assurdo e sempre sconsigliabile. Per la mia esperienza una catena che si è rotta rimane comunque un po‘ più debole: dovesse rompersi nuovamente sostituitela subito.
Freni. Per i freni idraulici, la manutenzione è nulla, se si eccettua il recupero dell‘usura dei pattini. Discorso molto simile per i freni a disco. Su entrambi basta solo sostituire i pattini o le pastiglie al momento giusto, curando di fare con estrema cura questa operazione anche perché è l‘unica per almeno uno-due anni. Per i V-brake e i cantilever, invece, è necessaria qualche piccola operazione. Per quanto riguarda i pattini, è sempre bene controllare che non si infilino minuscoli pezzi di pietra che sono in grado di rovinare rapidamente il cerchio: se sentite strani rumori in frenata è bene fermarsi subito a controllare. I pattini dei V-brake se ben regolati quando la bici è nuova (purtroppo ciò non è così frequente come dovrebbe!) non dovrebbero richiedere quasi più alcuna regolazione. Usurandosi però la forma cambia leggermente, il pattino si avvicina al cerchio e si può anche inclinare. Quindi prima di ogni gita è bene verificare lo stato di usura e la posizione dei pattini. Il rischio più tragico è che tocchino il copertone, nel qual caso lo distruggeranno in breve tempo! Con i classici cantilever è anche facile che si formi un gradino sul pattino perché una parte tocca il cerchio usurandosi e una parte scivola sotto. Situazione pericolosa e segno di totale mancanza di manutenzione ma che tende sempre a verificarsi, soprattutto in caso di usura rapida, tipica delle discese prolungate con acqua e sabbia. Spesso ho sentito lamentele, per i V-brake, per la difficoltà di ottenere una corsa breve della leva, cioè una frenata immediata appena si tocca la leva. Ciò capita quando i due bracci sono asimmetrici, cioè uno dei due pattini rimane molto vicino al cerchio per cui non si riesce a tirare di più il cavo senza che tocchi; poiché però l‘altro è distante quando si tira la leva questa fa una certa corsa prima che entrambi i pattini tocchino il cerchio. In altre parole per avere una frenata immediata appena si sfiora la leva è necessario che i pattini oltre ad essere vicino al cerchio siano esattamente simmetrici, cioè in uguale posizione. Purtroppo spesso ciò non si verifica sui V-brake. In genere il motivo è banale: bisogna agire sulla molla di ritorno del pattino tramite un‘apposita piccola vite.
Cavi. Normalmente si hanno quattro cavi tranne per chi ha freni idraulici. Innanzi tutto i cavi vanno sempre controllati perché si usurano e si rompono; ciò capita di solito nei punti di maggior attrito, magari all‘interno della leva del freno. In secondo luogo va tenuto presente che il loro percorso non è fisso perché su alcune bici passano sopra il tubo orizzontale mentre su altre scendono sotto il tubo obliquo e passano poi sotto il movimento centrale: pessima idea! Infatti oltre alla notevole curva che devono fare e che aumenta lo sforzo, si tratta della zona più in basso, quella cioè che raccoglie sporco di ogni genere. Voltate quindi la bici, pulitela bene e mettete qualche goccia d‘olio sia sotto il movimento centrale che in tutti i punti dove i cavi strisciano. A questo proposito ricordo che le guaine Shimano, all‘atto della produzione, sono già parzialmente riempite di grasso. Ricordate di togliere sempre l‘olio in eccesso poiché attira la polvere.